Dodici domande a Caterina Davinio

1) Hai scelto un titolo, Il libro dell'oppio, ricco di suggestioni letterarie, mentre le poesie sembrano appartenere più alla vita vissuta che alla letteratura. Ti piace confondere le acque ?

Certo... a confondere arte e vita si dà sapore a entrambe e si vivono più emozioni nell'una e nell'altra, però si rischia di farsi male... Se non c'è vita sotto la pelle della poesia, la letteratura la rende cosa dotta e grigia. In certa misura le suggestioni letterarie fanno parte anche della vita, quando la letteratura è nella tua formazione, negli studi, nella storia personale. La poesia è linguaggio, e il linguaggio è chiave di lettura della vita; senza linguaggi non potremmo non solo raccontarla, la vita, ma neppure decodificarla, compiutamente viverla. Così linguaggio e vita si compenetrano e completano a vicenda continuamente.